33° ANNIVERSARIO 5 Gennaio 2017

Tutto quello che vi capiterà nella vita dipenderà da come voi sarete capaci di stare con la mafia o di lottare contro la mafia

 

Trentatré anni dopo il suo omicidio…

… Catania ha ricordato Giuseppe Fava con le sue stesse parole, quelle di una lezione sulla mafia che il giornalista e scrittore tenne per gli studenti di Palazzolo Acreide due settimane prima di morire. E proprio gli studenti, i giovani, quest’anno sono stati protagonisti delle commemorazioni.

Gli attori della scuola del Teatro Verga hanno letto brani di quella lezione, accompagnati dai ragazzi dell’orchestra Musica Insieme Librino.

Fuori dal teatro invece, sotto la lapide, a cantare sono stati i bambini del coro giovanile della Civita “Alkantara”, cui la Fondazione Fava ha donato una tromba in memoria di Elena Fava, figlia del giornalista e prima presidente della Fondazione, scomparsa un anno fa.

Il 4 gennaio, in via Orfanelli 36, è stata inaugurata la sede della libreria gratuita Giuseppe Fava, nata diversi anni fa come libreria itinerante, per iniziativa della Fondazione “la città invisibile”. Il taglio del nastro è stato affidato a Francesca Andreozzi, vicepresidente della Fondazione Fava.

“È attraverso la lettura che ho conosciuto mio nonno, ha detto con emozione, e per questo desidero donare ai bambini una copia del libro “I Siciliani”, di cui ha letto un passo molto educativo e significativo.

 

Chiediamo ai catanesi di non buttare i libri, ma di donarli alla città per poter creare un flusso di conoscenza», ha aggiunto Alfia Milazzo, presidente della fondazione la città invisibile. Sono seguiti una lettura di alcuni brani di Giuseppe Fava da parte dell’attore Nicola Costa, e un emozionante concerto dell’Orchestra Falcone Borsellino.

Di nuove generazioni e di quanto sia cambiata Catania– si è parlato anche durante il dibattito “La città (Im)possibile” al Teatro Verga, sempre il 5 gennaio dopo il recital. Adriana Laudani ha intervistato Attilio Bolzoni, Claudio Fava, Miki Gambino e Giovanni Tizian, vincitore del premio Fava 2017.

Catania è l’unica città in cui il potere mafioso ha ancora gli stessi nomi di trentatré anni fa: Santapaola, Ercolano, Mazzei – ha notato Claudio Fava. A Palermo i Riina, i Provenzano, i Bagarella non comandano più. Sono morti o sono in carcere, segno che il loro potere è stato scalfito, che c’è stata una reazione. A Catania invece, continuano a comandare. Quello che invece è cambiato – ha continuato Fava – è l’informazione: sono nate diverse testate online che finalmente raccontano la mappa del potere mafioso di questa città.

E di buon giornalismo locale c’è ancora più bisogno che in passato: in questo momento sulla stampa nazionale, senza il morto per strada, quasi non si avverte il bisogno di scrivere di mafia, ha detto Attilio Bolzoni. “La sensazione è che la mafia sia tornata quella di cinquant’anni fa, quella del consenso e degli accordi. Oggi sono trentatré anni dall’omicidio Fava, quest’anno saranno venticinque dalle stragi. Le stragi, ricordiamolo, sono episodi sporadici, legati alla strategia corleonese, in una storia di 300 anni. La mafia adesso si è inabissata, sta investendo e si sta rinforzando”.

È seguita poi la consegna del premio Giuseppe Fava a Giovanni Tizian, cronista dell’Espresso. 

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