01 INAUGURAZIONE

La pittura come documento, racconto e denuncia. Padova 2022

812 visitatori, secondo la stima ufficiale del Comune di Padova. Un’affluenza di tutto rispetto; numerose le testimonianze lasciate sul libro delle firme. Messaggi commossi, di gratitudine e di stupore riguardo la produzione pittorica di Fava, ancora poco conosciuta.

Giuseppe M Andreozzi ha accompagnato centinaia di visitatori attraverso l’open space delle Scuderie di Palazzo Moroni, percorrendo l’articolata cronologia dell’allestimento della mostra che Giovanna Mori aveva preparato per l’edizione del 2020 che non ebbe luogo a causa della pandemia Covid-19.

Come aveva già fatto durante la presentazione inaugurale del 22 aprile , egli ha sottolineato la cronologia delle opere esposte correlandole con gli scritti di Giuseppe Fava, le inchieste, i saggi, i romanzi, le opere teatrali. Tutto il poliedrico percorso intellettuale di Fava è stato analizzato, arricchito da aneddoti derivati dai documenti d’archivio .

Nella presentazione inaugurale GM Andreozzi ha spiegato il perché di una mostra pittorica su Giuseppe Fava a Padova, ricordando che esattamente tredici anni prima, il 22 aprile 2009, Elena Fava (scomparsa nel 2015) aveva donato alla Biblioteca Civica di Padova tutti i volumi con gli scritti di Giuseppe Fava, ed espresso in quell’occasione l’auspicio di poter organizzare a Padova una mostra pittorica. A quel momento seguì l’incontro con Giovanna Mori, la storica dell’arte che più di tutti ha studiato e approfondito l’opera pittorica di Fava.

Giovanna Mori, scomparsa prematuramente nell’aprile del 2021, ha lasciato un magnifico saggio monografico.

Nel 2022 la Famiglia Mori e la Fondazione Fava hanno bandito un premio storico artistico a lei dedicato.

 

 

 

 

 

 

Successo anche per gli eventi collegati alla mostra, la presentazione da parte di Massimiliano Scuriatti dei due libri sul teatro di Fava editi da Edizioni Bietti di Milano,  …

 

Noi siamo stati alla presentazione dei libri sul Teatro di Fava.

È stata bella e interessante. Soprattutto la parte di contestualizzazio-ne dell’attività di Fava nella Sicilia degli anni 60-75 con infiltrazioni tremende della malavita organizzata nella società dell’epoca. Fava non solo era scomodo da vivo per la sua attività di giornalista, ma era scomodo anche da morto perché dal dibattito è emerso che ci sia stato un lavorio culturale per cui non se ne doveva parlare più. Una specie di damnatio memoriae. Questa conferenza mi ha aperto un mondo a me totalmente sconosciuto. M&C

… e la presentazione del libro di Giovanni D’Angelo Giuseppe Fava e il Cinema: lo sguardo dell’artista, l’analisi dell’intellettuale edito dalla Fondazione Fava, organizzata a Venezia da Maria Parisi di F.E.M.S. du Cinéma.

Un sentito grazie anche a loro.

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