GENTE DI RISPETTO

Una maestra qualsiasi, abbastanza giovane, non bella ma graziosa, senza esperienze o amicizie, con una buona dose di amarezza e insieme di ingenuità: Elena Vizzini. Si ritrova a insegnare in un paese siciliano qualunque, con il corso nereggiante di folla al passeggio, una splendida cattedrale, e soprattutto molta miseria e corruzione.L’impatto fra la maestrina e il paese è traumatico, esplosivo: Elena Vizzini sembra divenire subito la persona più importante del paese.

Un giovane che le manca di rispetto è trovato morto, seduto nella piazza del paese, con un fiore in bocca. Altri subiscono una sorte analoga. Il quadro sociale pietrificato del paese sembra muoversi, e Elena si trova a capeggiare quella che pare un’autentica rivolta popolare contro la miseria.

E infine i ricchi, i potenti la adulano, mostrano di rivelarle i loro segreti più gelosi, di proteggerla, di ascoltare i suoi consigli. Per la maestra il paese vuol dire anche amore, un amore selvaggio; fatto di amplessi intensi fino alla ferocia, senza parole, senza pause, senza tregua…
La vicenda di Elena si svolge come un incantesimo di violenza, in cui il delitto crea un prestigio senza limiti.
Ma è davvero questa la verità?

Chi e che cosa dà a Elena Vizzini un potere tale da far morire corteggiatori impertinenti, da capeggiare le rivendicazioni dei poveri, da entrare nelle case più esclusive di una società chiusa?

Chi è la gente di rispetto che la protegge e la manovra? Chi sono gli assassini? A chi serve la sua storia misteriosa?

Il titolo originario del romanzo era differente, La maestra e il diavolo. Il titolo del dattiloscritto che Fava inviò a diversi editori, tra cui Bompiani che lo mise in cantiere. Il testo giunse anche in mano a Luigi Zampa, che ne volle fare un film, cambiando il titolo in Gente di rispetto, interpretando il testo come un racconto sulla mafia.

In effetti la parola mafia nel romanzo non compare mai. Il luogo è casualmente la Sicilia, che Fava conosce bene, ma che potrebbe essere qualunque sud del mondo, dove allignano diabolicamenteil potere, la corruzione e la violenza.
In un’interessante critica cinematografica, del tutto negativa al film, Ornella Ripa sottolinea fortemente come il titolo La maestra e il diavolo fosse migliore e più adatto al testo, oltre che caro all’autore, e che fu cambiato dall’editore per una pura operazione commerciale, che ha regalato al libro una bella copertina cinematografica con una splendida Jennifer O’Neill in primo piano.

Il romanzo fu ristampato da Bompiani dopo l’uccisione di Fava nel 1984.
Nel 2024, nel quarantennale dell’assassinio, la Fondazione Fava ha voluto ripubblicarlo col suo titolo originario La maestra e il diavolo edito da Navarra Palermo.
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Bompiani, Milano 1975