Lunedì 29 maggio, nell’ambito del XXIII Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, organizzato a Palazzolo Acreide dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico,
si è svolta la premiazione del 4° concorso “Liberamente dalla lettura alla scrittura” organizzato dal Lions Club Palazzolo Acreide.
Il concorso, rivolto agli studenti delle superiori dei Comuni di Palazzolo Acreide e Canicattini Bagni richiedeva la lettura e la successiva recensione di uno dei tre libri proposti dal bando (Non chiedere perché, di Franco Di Mare; Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa; Prima che vi uccidano, di Giuseppe Fava).
Il secondo premio è andato a Benedetta Scirpo, della classe IIA del Liceo Classico Platone di Palazzolo Acreide, che ha scelto il romanzo di Fava.
La Fondazione Giuseppe Fava, invitata per la consegna del premio, è ben lieta di pubblicare la recensione sul proprio sito.
Prima che vi uccidano di Benedetta Scirpo
‘’Prima che vi uccidano’’ è un romanzo del 1976, edito da Bompiani, scritto da Giuseppe Fava, noto scrittore siciliano ucciso dalla mafia.
Roberto Saviano nella prefazione del libro scrive ‘’Chi nasce nel Sud sa bene che non tutti i modi di ammazzare sono uguali. Alle mafie non basta eliminare. Nella modalità di morte è siglata una precisa comunicazione’’. Fava viene sfregiato con cinque colpi alla testa per le verità che scriveva nel suo giornale, per le denunce contro la mafia che egli rappresentava nei suoi romanzi e nelle sue opere.
In ‘’Prima che vi uccidano’’ non ci sono né vincitori né vinti ma solo vittime, vittime come Michele che perde il suo lavoro nelle cave di pietra e, per pagare le medicine alla moglie Stellina, anche lei una vittima che lotta contro la malattia e la morte per mantenere in vita il suo bambino, lavora per due partiti politici diversi; egli si reca nelle campagne a chiedere i voti dei cittadini analfabeti, dei malati e dei disabili ma, dopo aver commesso un terribile omicidio, è costretto a fuggire nelle montagne e a darsi al brigantaggio con altri tre uomini: Paolo Chillemi, Antonio Malacarne e Lorenzo Giliberto, i quali sognano di emigrare in Venezuela, ma non riusciranno mai ad arrivarci. Sono vittime anche Turi Scirpu, padre di Stellina, che lotta tutta la vita per acquistare la terra in cui ha lavorato come bracciante per lasciarla ai figli e permettersi condizioni di vita migliori; Matteo Ieli che si suicida pensando fino alla fine che ogni uomo è malato e nessuno riuscirà mai a salvarsi perché bisognerebbe spezzare tutte le barriere del mondo e della società e quelle fra ogni uomo e tutti gli altri uomini. Anche Alfio, figlio maggiore di Turi, nonostante riesca ad emigrare in Venezuela è una vittima perché prima di partire guarda la madre e le dice:’’È come se uno di noi due stesse per morire’’ poiché sa che non la rivedrà mai più.
Con questa immagine si conclude il romanzo, un romanzo di verità crude viste attraverso le ribellioni dei personaggi che non riusciranno mai ad ottenere il riscatto sociale sperato ma saranno vittime dominate dal destino. In questo, Fava ricorda molto i vinti delle storie di Giovanni Verga: Padron Ntoni, Rosso Malpelo, Mazzarò furono sconfitti dalla società che li circondava e non riuscirono a dominare il destino avverso.
La mafia è una delle tematiche principali del romanzo: la mafia della compravendita dei voti a cui partecipa anche Michele, la mafia della vendetta privata affrontata nel romanzo in tanti episodi tra cui quello di Turi Scirpu che tenta di uccidere Michele per avergli portato via sua figlia, la mafia la mafia a cui partecipano indirettamente i quattro briganti che eseguono gli ordini di Brasi ‘’Mugnu’’ commettendo furti e un omicidio per ottenere i soldi per emigrare. Oltre alla mafia anche la dignità è un altro elemento posto in risalto nel romanzo che Michele definisce così: ’’Quando un uomo non può essere tenuto in soggezione da nessuno: questa è la dignità! Quando nessuno può obbligarlo a fare la guerra per cose che non sa o non capisce nemmeno e gli dicono invece che è la sua patria e la sua religione. Quando egli non è obbligato a rubare per fame oppure ad uccidere, a tradire l’amicizia a cercarsi continuamente un padrone che lo paghi meglio […] quando l’uomo può vivere libero e senza vergogna: questa è la dignità!’’.
Una frase che riassume tutto il romanzo ed è molto attuale nella società odierna quando gli uomini combattono guerre mascherate dalla religione o sono obbligati ad uccidere, a vivere una vita indegna e vengono giudicati dalla società.
‘’Prima che vi uccidano’’ è un romanzo che racconta le cruda verità della Sicilia nel dopoguerra dove i minatori sono costretti a lavorare nelle miniere di zolfo in condizioni poco igieniche e poco sicure e dove purtroppo spesso muoiono schiacciati dalle gallerie, vicino ad un paese molto simile per le usanze della festa patronale e le descrizioni dei luoghi a Palazzolo Acreide, paese natio dell’autore ed è quello in cui presumibilmente si svolgono le vicende narrate. Un romanzo che lascia tanta amarezza, toglie le speranze e fa riflettere sulle realtà di una Sicilia in cui la vita umana viene facilmente quantificata in denaro e sul valore della dignità che ci induce a considerare quanto sia poco rispettata oggi e su quanto poco sia fatto per garantirla a tutti.