Centenario della nascita di Giuseppe Fava (1925-2025)

La cultura e il “diavolo”. L’arte di Giuseppe Fava tra impegno civile, politico e intellettuale
Qual è il senso di festeggiare un compleanno senza il festeggiato?
Non sappiamo se Giuseppe Fava sarebbe arrivato a questo traguardo a cifra tonda, ma abbiamo deciso di ricordarlo e festeggiarlo nel centenario della sua nascita. E lo facciamo a Catania, nella città in cui ha scelto di vivere, la città piena di contraddizioni che tanto ha amato, la stessa città di cui ha denunciato gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria, la città in cui è stato ucciso, la città che ha provato a dimenticarlo.
La mostra che si inaugura il 15 settembre, e tutti gli altri eventi che la Fondazione Fava ha in cantiere, non li rivolgiamo a chi ha cercato di ignorare la sua esistenza, le sue denunce, le sue opere, né pensiamo di offrirla soltanto a chi lo ricorda, insieme a noi, ogni anno sotto la lapide messa da un gruppo di studenti il giorno dopo la sua uccisione. La mostra e gli eventi a seguire sono dedicati a chi non conosce Giuseppe Fava, a tutte quelle generazioni di ragazze e ragazzi, bambine e giovani adulti che non c’erano nel 1984, che non hanno vissuto quegli anni, non hanno letto «I Siciliani» e che forse non si sono mai chiesti perché la via Giuseppe Fava si chiama così.
Con la mostra e il catalogo La cultura e il diavolo vogliamo ripensare a Pippo Fava, a un secolo dalla sua nascita, raccontandone la sua vitalità, attraverso una nuova prospettiva in cui possano trovare spazio narrativo la sua produzione giornalistica, letteraria, drammaturgica, radiofonica, cinematografica e documentaristica. Proveremo a recuperare il suo sguardo attento e curioso, capace di rintracciare il dolore, la bellezza, la violenza, l’ironia e la speranza nelle persone incontrate e nei luoghi visitati durante i suoi viaggi d’inchiesta, le sue interviste, le sue passeggiate per la città, il suo vissuto quotidiano. Attraverso questo sguardo proveremo a cogliere anche noi le sfumature che Fava ha riportato nei volti delle donne, degli uomini, nei luoghi e nei dettagli dipinti, disegnati o narrati.
Conoscere la storia di Giuseppe Fava vuol dire conoscere anche la storia di questa città, scoprire lo sguardo che Fava le ha dedicato. Quando egli racconta di Catania lo fa in modo appassionato, riuscendo a mettere insieme le contraddizioni che la caratterizzano. Descrive il suo rapporto con la città paragonandolo a quello con una prostituta.
Ancora oggi, quarantacinque anni da quella inchiesta (Quella p … chiamata Catania, in, G. Fava, I Siciliani, Cappelli ed., Bologna 1980, p. 296), in quelle pagine riconosciamo le antinomie di questa città che stenta a cambiare
E tuttavia in Fava non c’è mai rassegnazione, e saremmo lieti che fosse proprio questo il senso della mostra organizzata per celebrare il centenario: un’opportunità di crescita culturale per una città ancora ai primi posti per devianza giovanile e povertà culturale.
Eventi del 15 settembre 2025
ORE 9:00 Cerimonio di Annullo speciale Filatelico in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Fava (Istituto Comprensivo Statale Giuseppe Fava, Mascalucia, via Timparello 47)
ORE 10:30 Presentazione della mostra alla Stampa (Galleria d’Arte Moderna, via Castello Ursino 32, Catania)
ORE 18:30 Inaugurazione della mostra (Galleria d’Arte Moderna, via Castello Ursino 32, Catania)
DETTAGLI EVENTO
Vangelo secondo Giuda, inedito di Giuseppe Fava, in scena allo Stabile di Catania dal 20 al 23 febbraio 2025
Nell’anno del centenario della nascita di Giuseppe Fava il Teatro Stabile di Catania mette in scena una pièce inedita VANGELO SECONDO GIUDA, con la regia di Claudio Fava.
PROCESSO ALLA SICILIA di Giuseppe Fava, nuovamente in libreria
Il libro raccoglie le trentacinque inchieste che, nell’estate-autunno 1966, apparvero sulle pagine del quotidiano catanese “La Sicilia”, e composero il capolavoro di denuncia che è il “Processo alla Sicilia”. Pubblicato a Catania nel 1967 (ITES) il libro è stato ristampato nel 2008 dalla Fondazione Giuseppe Fava. Torna oggi in libreria nella nuova edizione curata dalla Zolfo Editore di Milano.
Presentazione
Quando di mezzo c’è la storia di un popolo con le sue passioni, i suoi vizi, la sua fantasia e la sua miseria, quarant’anni non sono affatto un tempo troppo lungo. Può accadere di voltarsi indietro e di ritrovare negli uomini di allora e di oggi, nelle cose che dicono, che fanno o che nascondono, il tratto inconfondibile di qualcosa che riconosciamo. E che ci appartiene. Giuseppe Fava raccolse le inchieste di «Processo alla Sicilia» in un’isola che s’affacciava ai miti della modernità e a un tiepido benessere dopo la catastrofe della guerra e l’umiliazione della fame. Rileggere questo libro oggi non è un omaggio alla memoria ma una riflessione su questa terra. Sui mutamenti che l’hanno travolta e su certi vezzi conficcati nello spirito degli uomini come se da allora fosse passata solo una manciata di minuti. Eppure da allora abbiamo conosciuto l’industrializzazione e il suo repentino fallimento, la crescita esponenziale della mafia e della sua impunità, il tradimento dell’autonomia siciliana e la progressiva decadenza della politica a un mestiere di faccendieri e d’imbroglioni.
Ci sono state storie mirabili, non di eroi ma di uomini che seppero mettere la ricerca della verità in cima a ogni rischio personale; e altre storie, infami, di uomini che si sono fatti macellai per tenere l’isola sotto il tallone del terrore.
Eppure, quando leggerete questo libro, vi sembrerà di riconoscere uomini e cose di questi giorni: nel loro modo di essere siciliani e nel modo di ribellarsi a questo destino, nel gusto della menzogna, nell’arte della furbizia, nei gesti senza parole… Fava era maestro nel raccontare tutto questo. La Fondazione, ripubblicando «Processo alla Sicilia», sa di offrire uno strumento non solo per la nostra memoria ma per indagare il presente di un popolo che nessuno riuscirà mai davvero a processare.
14 marzo 2008 Claudio e Elena Fava
Sedici anni dopo la prima riedizione di «Processo alla Sicilia» curata dalla Fondazione Fava, non c’è molto da aggiungere alla breve introduzione che Elena e io indirizzammo ai lettori di questo libro in quell’occasione.
Allora come oggi resta intatta l’attualità delle inchieste di Giuseppe Fava, il suo sguardo mai dolente, mai rassegnato sulle vicende di questa terra. Resta intatta, diremmo quasi immobile, la Sicilia. Cambiata, trasformata, sventrata e ricostruita più volte ma capace di produrre di sé, della propria anima profonda, gli stessi sentimenti che conobbe Giuseppe Fava negli anni in cuipercorse e raccontò l’isola. Sentimenti primitivi e insieme assoluti che da tremila anni segnano la forza e la zavorra di questa terra.
Riproporre oggi «Processo alla Sicilia» è anzitutto un invito a non allentare il nostro sguardo, a non farlo impigrire nelle abitudini. Qualunque sarà, un giorno, l’esito di questo processo, sarà importante non esserne stati mai solo svagati spettatori.
9 dicembre 2024 Claudio Fava
Un documento
La Sicilia, un continente dentro una nazione. Le chiese più antiche, i monumenti più favolosi, i paesi più miserabili d’Europa, i palazzi più aristocratici, l’infelicità del bisogno e l’onore che sopravvive agli individui, i padri della letteratura e del teatro europei, la gente più paziente, la gente più violenta, la mafia e il piacere di uccidere, la verginità e le umiliazioni dell’amore, il sole sopra le cose immobili, gli uomini immobili, una prospettiva diversa dell’esistenza nella quale i sentimenti fondamentali sono ricondotti alla loro purezza e violenza, i nomi più tragici della storia italiana degli ultimi trent’anni, i problemi sociali più imponenti, una continua lotta feroce, una continua corruzione. E su tutto la ribellione umana al proprio destino.
Qual è oggi veramente la Sicilia? Di là dalle retoriche della politica, del folklore giornalistico, dietro tutte le facciate umane: l’onorabilità, il pudore sociale, i pregiudizi, i manifesti, le fotografie, i discorsi, le leggi, i programmi, le speranze.
È difficile guardare nell’anima del Sud, poiché essa è oscura e tragica. L’antica abitudine al dolore l’ha resa diffidente. E non basta scrutare il volto delle città e conoscere le passioni degli uomini, ma bisogna conoscere ogni altra cosa, gli errori, le truffe, gli inganni, i trucchi, le viltà, i delitti, le paure, i sogni: tutte le cose che, messe insieme, formano appunto l’anima reale e fantastica di un popolo. Solo così, infine, è possibile valutare i diritti ch’essa ha sulla faccia della terra e sapere quante speranze abbia di sopravvivere.
Questo libro raccoglie in un unico volume le trentacinque inchieste che, nell’estate-autunno 1966, apparvero sulle pagine del quotidiano catanese «La Sicilia», e composero il «Processo alla Sicilia». È il documento dell’anima meridionale: i suoi tormenti e la sua ansia di ascesa civile.
Giuseppe Fava
5 gennaio 2025
Un evento particolare ha aperto gli incontri del 5 gennaio 2025; la Messa in Cattedrale celebrata dall’Arcivescovo Mons. Luigi Renna. Durante l’omelia, con una sapiente liason dal verbum evangelico alla parola umana, l’Arcivescovo ha ricordato la parola di Pippo Fava e la sua testimonianza civile, sottolineando che «chi informa sulla verità forma le coscienze». Molti, tra gli intervenuti, hanno sottolineato l’intensità delle parole di sua Eminenza, e qualcuno ha anche aggiunto… «in questa Cattedrale raramente si sono udite parole così».
Nel pomeriggio, sotto la lapide di via Fava, mons. Renna ha incontrato la famiglia di Giuseppe Fava e rinnovato il suo impegno affinché la testimonianza di Fava rimanga viva in questa Catania che ne ha tanto bisogno.
Tra i due vigili urbani che presidiavano la lapide e alla presenza del vicesindaco, è seguito l’omaggio floreale della famiglia al quale si sono uniti numerosi cittadini che hanno voluto deporre i loro fiori in un assordante silenzio che più di ogni parola ha ricordato l’uccisione di quarantuno anni fa.
Al Piccolo Teatro di via Ciccaglione, con un parterre modificato a causa di improvvisi impedimenti di Alessia Candito e Giorgio Mottola s’è svolto infine l’incontro organizzato dalla Fondazione Fava sul giornalismo oggi, che ha avuto ospiti Lorenzo Tondo, Laura Distefano e Mario Barresi, moderati (in un insolito ruolo, come lei stessa ha sottolineato) dalla presidente della fondazione Francesca Andreozzi.
La presenza della mafia nel tessuto sociale è sempre rilevante e il suo intervento oggi si realizza principalmente con la corruzione. Il racconto del giornalista è difficile soprattutto a causa dell’infotainment (ha sottolineato Lorenzo Tondo), l’informazione che diviene intrattenimento e spettacolo mettendo a rischio il controllo della veridicità della notizia.
Laura Distefano e Mario Barresi hanno aggiunto che anche l’intimidazione è cambiata, non si minaccia più, non si spara più, si usano le querele temerarie, con richieste di risarcimenti fuori misura. A istruirle non solo le persone oggetto d’inchiesta, non di rado sono le stesse istituzioni, anche la magistratura. L’Italia è il paese al mondo col numero più alto, e sono un’intimidazione efficace soprattutto verso i freelance che non hanno un editore a proteggerli. Una consuetudine sempre più diffusa, che dovrebbe essere contrastata con un’apposita legge, che però nessun politico sembra volere.
Il giornalismo con la G maiuscola, quello dei cronisti che cercano la notizia anziché riceverla ci sarà sempre, hanno concluso i relatori, cambierà forse il mezzo col quale si farà informazione e per questo non vanno snobbati le testate online né i social media.








1.12.2024 – 2.3.2025 – Storia delle mafie e i disegni di Giuseppe Fava
Palazzolo Acreide (SR) 1 dicembre 2024 – 2 marzo 2025
Spazio San Sebastiano, Palazzolo Acreide (SR), Piazza del Popolo 19.
Ingresso libero, tutti i giorni, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00.
Per le scuole che desiderassero programmare una visita didattica alla mostra, contattare lo Spazio San Sebastiano inviando una mail a info@mediblei.com
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99° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIUSEPPE FAVA -Cambio location
Manuela Ventura e David Coco, nel 99° Anniversario della nascita di Giuseppe Fava, ci faranno riascoltare alcuni tra i più bei racconti e brani di diario tratti dal libro PAGINE.
Alle 18:30 di domenica 15 settembre 2024, presso la sala conferenze al piano terra del Castello Ursino, in piazza Federico II° di Svevia, 21.
“Pagine” è stata una rubrica di successo del quotidiano «La Sicilia», pubblicata tra il 1967 e il 1969, nella quale Fava, con cadenza settimanale, pubblicava racconti, favolette, elzeviri, pagine di diario. Nel 1969 infine pubblicato il libro (con lo stesso titolo della rubrica) che raccoglie appunto le pagine più belle, selezionate dallo stesso autore.
Questo libro è ormai pressoché introvabile (ultima edizione MESOGEA, Messina, 2011) e anche per tale ragione la Fondazione Fava ha scelto di proporre la lettura di alcuni brani, per farne conoscere il contenuto, invitare chi ha la fortuna di averlo in libreria a leggerlo o rileggerlo, e suscitare in chi invece non lo conosce, soprattutto i giovani, il desiderio di trovarlo, magari acquistandolo online, dove capita di trovare qualcuno che lo mette in vendita, e di leggerlo

Rassegna sul teatro di Giuseppe Fava (Roma 12 giugno 2024)
Mercoledì 12 giugno 2024, alle 19:00, al Teatro Marconi (v.le Guglielmo Marconi 698/E) Claudio Fava e Francesco Merlo presenteranno la Rassegna sul Teatro di Giuseppe Fava, allestita dal Gruppo Teatro Metis, che andrà in scena dal 16 al 26 giugno.
Calendario
Teatro Marconi (v.le Guglielmo Marconi 698/E)
16 giugno La violenza
17 giugno Rivoluzione
18 giugno Pagine
Teatro di Villa Lazzaroni (via Appia Nuova 522 – via Tommaso Fortifiocca, 71
24 giugno Bello, bellissimo
25 giugno America, America
26 giugno Il Proboviro
La maestra e il diavolo (18 maggio 2024)
Quattro inediti documenti dell’archivio di Giuseppe Fava raccontano l’iter editoriale del romanzo La maestra e il diavolo, noto con il titolo di Gente di rispetto. Titolo che Fava non gradì mai, perché Il romanzo non è un thriller di mafia, come potrebbe sembrare e come fu accolto da critica e pubblico nel 1975.
Viene ripubblicato quarant’anni dopo l’uccisione mafiosa di Giuseppe Fava, dedicato soprattutto a chi quarant’anni fa non era ancora nato. Viene ripubblicato perché ormai introvabile.
Un testo ancora attualissimo, per il ruolo che assegna alla donna, per il ruolo (oggi alquanto screditato) che assegna all’insegnamento e alla scuola in genere, per la sottolineatura che fa di diseguaglianze e corruzione quali causa-effetto di quanto viviamo nella società del nostro tempo. Senza alcuna visione autoassolutoria del Sud e dei mali che lo affliggono.
Sabato 18 maggio 2024, al Mondadori Bookstore di piazza Roma a Catania








