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5 gennaio 2024; 40 anni dall’uccisione mafiosa di Giuseppe Fava

Il corteo dei Siciliani giovani imbocca via Fava, mentre il coro dell’IC Cesare Battisti intona “Pensa” di Fabrizio Moro ed esegue con trombe e altri fiati “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan.

Molti giovani, poche autorità. Sotto la lapide l’omaggio floreale della famiglia, con Claudio Fava, le nipoti Alessandra e Francesca Andreozzi, e il pronipote di Fava, Giovanni Scuderi.

Dopo l’interruzione causata dalla pandemia, riprende la tradizione di donare strumenti musicali a orchestre popolari e scuole ad indirizzo musicale. l Il dono degli strumenti musicali fu voluto da Elena Fava nel gennaio 2015 per porre fine al furto dei fiori che si perpetrava sistematicamente da anni.

Quest’anno entrambi gli strumenti sono stati consegnati da Francesca Andreozzi, Presidente della Fondazione. All’IC Francesco Petrarca, rappresentato dal Dirigente Scolastico prof. Giuseppe Adonia, è stata donata una tromba da parte del Comune in memoria di Giuseppe Fava, e all’IC Battisti, rappresentato dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Paola Iaquinta, è stato donato un violino in memoria di Elena Fava.

Il presidio sotto la lapide s’è concluso con l’esecuzione delle Sesta Suite Sarabanda di J.S. Bach da parte del violoncellista di Musicainsieme a Librino.

Alle ore 18, presso il Centro Culture Contemporanee Zo, in piazzale Rocco Chinnici, Luisa Santangelo ha moderato il dibattito dal titolo “Fare (non solo) memoria”, al quale sono intervenuti Sebastiano Ardita, Pierangelo Buttafuoco, Claudio Fava, Michele Gambino.

Titolo molto appropriato, perché quarant’anni dopo l’assassinio mafioso di Giuseppe Fava bisogna sì fare memoria, ma non solo. C’è da chiedersi quanto è cambiata la città, ma soprattutto quanto siamo cambiati noi. Quanto ci sentiamo colpevoli o innocenti delle cose che accadono; che accadono non nella distrazione bensì nel silenzio di tanti, se non di tutti.

Il 40° anniversario della morte di Fava coincide quest’anno con il tentativo di affossare l’informazione giudiziaria. Con l’approvazione della legge bavaglio si mortificano le metodologie e gli stessi principi del giornalismo etico del fondatore de I Siciliani e di tutti coloro che hanno dato la vita per garantire un’informazione più libera.

Lo ha ribadito nel suo messaggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

«Sono trascorsi quarant’anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo. La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria. Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L’indipendenza dell’informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva. Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio».

Parole che generano commozione e gratitudine, non solo perché è la prima volta di un messaggio del Presidente della Repubblica in memoria di Fava, ma soprattutto perché evocano sentimenti che sono linee comuni all’interno della, ahinoi, grande comunità dei familiari delle vittime della mafia, alla quale anche il Presidente appartiene. La deriva che si sta tentando di intraprendere non solo penalizza l’informazione libera, ma rischia anche di depotenziare il sistema processuale e quello penitenziario. Anche questa volta concludiamo con un mai abbassare la guardia…

Al termine del dibattito, Daniele Lo Porto (Assostampa Sicilia) ha ritirato, per conto del vincitore Francesco La Licata, assente per motivi di salute, dalle mani della Presidente della Fondazione Fava Il premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava – Niente altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie” 2024.

La motivazione del premio sottolinea l’egregio lavoro svolto da La Licata, che in “cinquant’anni di giornalismo, sempre dalla parte della ricerca della verità, ha dato dignità e lustro a questo mestiere”.

A fine serata Francesca Andreozzi ha comunicato alcuni dei prossimi eventi della Fondazione per il 2024, tra cui un Concorso Giornalistico, promosso in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado della Sicilia, e la presentazione alla Feltrinelli di Catania del libro “Pippo Fava. l’intellettuale che smascherò la mafia” di Carla Virzì e Vincenzo Sanapo.

FGF

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